Come non ricordare il quartiere dove sono nata e cresciuta… l’unica parte di Roma che anche oggi a distanza di 30 anni considero “casa”, un quartiere dove tutte le strade e le piazze raccontano un pezzo di vita.
Mi guardo attorno e ripercorro momenti passati, penso a quanto è cambiata la conformazione di questa zona di Roma, ma quanto alla fine, rimane ai miei occhi sempre la stessa:
Il Parco Virgiliano, ideato dal celebre Architetto Raffaele De Vico con l’intento di creare una zona verde, dove viali e traverse convergono verso l’aria giochi e al caffè, cuore di questo parco. Ricordo ancora i tavolini in ferro battuto, il laghetto con i pesci rossi ed il ponticello che lo attraversava dove i bambini giocavano.
Piazza Sant’Emerenziana con la sua chiesa e le sue catacombe, location di un film cult degli anni ’50 diretto da Dino Risi, “Il segno di Venere” con una bellissima Sophia Loren nei panni di Agnese e poi lì sulla sinistra il Bar Romoli con i suoi deliziosi cornetti caldi, che ancora oggi sforna delizie regalandoci attimi di gioia.
Poco lontana, troviamo Piazza Annibaliano, oggi sede della fermata Metro B che collega il quartiere con tutte le zone di Roma, ma una volta ricordata per i suoi caratteristici scavi di Sant’Agnese.
Questa Basilica cimiteriale fu edificata nel 324, per volere di Costanza, figlia dell’imperatore Costantino. A ridosso della grande Basilica fece erigere uno dei monumenti più importanti dell’architettura tardo-antica della città, chiamato appunto “Mausoleo di Santa Costanza”. Fra i pochi esempi a Roma di chiesa circolare, coperta da una cupola illuminata da 12 finestroni, mi lascia sempre senza fiato per la sua bellezza.
Dopo questa passeggiata tra parchi e luoghi d’arte, la mia mente non può che ritornare ai tempi della scuola, ricordando i rinomati licei del quartiere: il liceo scientifico Avogadro ed il liceo classico Giulio Cesare, cantato nel tempo da Venditti che ha ispirato il celebre film “Notte prima degli esami”.
Ricordo ancora il mitico tram di Piazza Istria e le scintille dei sui fili elettrici, assaporo con la mente la buonissima torta mille foglie di Cavalletti che con dispiacere, ho scoperto chiuderà presto i suoi battenti…e ricordo il mercato di Piazza Gimma, dove si rimediava sempre qualcosa, una susina, un’albicocca o due ciliege.
Oggi il quartiere Trieste è riuscito a rimanere al passo coi tempi, ha saputo modernizzare la sua fisionomia; ha trasformato negozi e botteghe in localini e ristoranti frequentati da tanti giovani, richiamati dalla rinomata università LUISS. Un quartiere, che però riesce a mantenere la sua eleganza e la sua classe, con i suoi palazzi dei primi ‘900 dagli ampi androni e con mura spesse come solo i palazzi del tempo potevano avere.
A presto
Francesca
Ph: Archivio “Roma Sparita”