Nel lontano 1797 il Principe Giovanni Torlonia decise di acquistare la villa Colonna sulla via Nomentana. All’interno del suo parco, esisteva già un Casino Nobile: Giuseppe Valadier (uno dei più influenti architetti del periodo Neoclassico) fu perciò incaricato di trasformare il Casino in una elegante costruzione neoclassica e di edificare le scuderie.
Fu solo anni dopo, tra il 1906 e il 1920, che il figlio di Anna Maria Torlonia, Giovanni jr., ordinò importanti lavori di ristrutturazione degli edifici della villa: la “Capanna della Svizzera” fu così trasformata prima in Villaggio Medievale e poi, definitivamente, nella Casina delle Civette.
Fu per via dell’architetto Vincenzo Fasolo, ultimo a mettere mano sulla struttura dell’edificio, che questa costruzione prese il suo nome attuale: la struttura principale fu ulteriormente ampliata nella parte Sud con l’inserimento di un porticato a volta, e fu arricchita da decorazioni e mobili che citavano ossessivamente la civetta per volere del principe Giovanni, uomo scontroso e amante dei simboli esoterici.
Già nel 1914 Duilio Cambellotti aveva costruito una delle peculiari vetrate colorate che adornano le mura della villetta: questa raffigurava due civette stilizzate tra tralci d’edera.
Le numerose vetrate, tutte costruite tra il 1908 e il 1930, costituiscono un “unicum” nel panorama artistico internazionale.
L’incontro di diversi stili, nella struttura della Casina, è evidente: dal Liberty al Neoclassico, forme e volumi delle molteplici soluzioni architettoniche si unificano in un solo particolare unificato: la tonalità grigia del manto di finitura delle coperture, per il quale venne utilizzato la lavagna in lastre sottili, variamente sagomate, contrapposta alla vivace cromia delle tegole in cotto smaltato.
Anche gli spazi interni, distribuiti su due livelli, sono molto curati nelle opere di finitura: decorazioni pittoriche, stucchi, mosaici e maioliche, legni intarsiati e strutture in ferro battuto rivelano il particolare gusto del principe per i dettagli.
Durante il secondo Conflitto Mondiale la Casina venne parzialmente distrutta, e il tempo fece il resto: quando il Comune di Roma acquisì la Villa gli edifici e il parco erano in condizioni disastrose.
Un meticoloso restauro, eseguito tra il 1992 e il 1997, ha restituito alla Casina delle Civette l’antico splendore.
Oggi è possibile visitare gli interni della Casina e degli altri edifici del Parco: vale davvero la pena ammirare da vicino alcuni dei più brillanti lavori architettonici di inizio secolo.